“5 W” per riportare i risultati ottenuti dalla prima formazione del progetto “Breaking Rays”
29 giugno – 7 luglio 2017, Castelgandolfo
“Breaking Rays”, parte prima
A conclusione dei primi nove intensi giorni di vita insieme, i partecipanti del progetto Breaking Rays (composto di 3 fasi rispettivamente in Italia, Brasile e Filippine) ci scrivono “Si è trattato di un’esperienza profonda, sincera, basata su rapporti veri, limpida dimostrazione di come anche in una realtà tecnica come questa, siano i veri valori umani la chiave di tutto“.
Marco Aleotti, Kim Rowley e Paola Cipollone – coordinatori dell’iniziativa – ci hanno fatto avere un rapporto dell’intero evento che segua le regole del buon giornalisto e rispetti pertanto lo schema delle 5 “W”: Who, What, Where, When, Why – ovvero Chi, Cosa, Dove, Quando, Perché.
Who – Chi
22 i filmmaker partecipanti, prevenienti da 10 paesi – Filippine, Indonesia, India, Burundi, Italia, Malta, Ungheria, Germania, Brasile, Argentina – e di un’età compresa tra i 20 ed i 40 anni con già alle spalle anni di formazione e/o esperienza nel campo degli audiovisivi, pur non mancando esperti anche di grafica e di fotografia.
Una tale differenza di provenienza, esperienza ed età è stata largamente elogiata come uno degli aspetti più interessanti di questa prima formazione.
Del resto, anche il gruppo degli animatori si componeva di professionisti con alle spalle esperienze e competenze ben diverse. Gianni Bianco, Declan O’Byrne, Michele Zanzucchi, Aurelio Molè, Saverio D’ercole e Laly Hernandez alcuni dei nomi intervenuti. Ciascuno, non ha lesinato di trasmettere ai partecipanti la propria esperienza tecnico/professionale, ma anche fatti di vita ed esperienze personali particolarmente arrichenti.
Molto riuscite le sessioni incentrate sugli aspetti tecnici: Storytelling per audiovisivi, la ripresa, l’intervista e il punto di vista, l’illuminazione, l’audio, il montaggio, la diffusione; a guiarle, i registi Marco Aleotti e Kim Rowley, insieme a professionisti come Carlo Sgambato (Direttore della fotografia), Nino Giuffrida (ingegnere audio), Giulio Mainenti (regista e montatore), Ivan Turatti (esperto di comunicazione aziendale e social media).
Alla base di ogni attività, il dialogo e la partecipazione attiva di tutti, capaci di stabilire un’autentica condivisione su più livelli e di risultare un metodo molto apprezzato ed efficace.
When – Quando
Come detto, le attività si sono svolte dal 29 giugno al 7 luglio 2017, tuttavia, tutto è iniziato in realtà già ben prima!
Al loro arrivo, diversi partecipanti hanno raccontato le peripezie attraversate per poter partecipare: difficoltà ad ottenere visti, permessi dal lavoro, trepidazione nel lasciare a casa giovani sposi e figli appena nati.
Altri hanno fatto presente il sentimento di inadeguatezza rispetto ad altri partecipanti con più esperienza e talenti.
L’invito a lasciare tutto alle spalle per condividere pienamente durante quei giorni talenti, pensieri e suggerimenti di ciascuno è stato accolto in pieno ed ha reso da subito tutti protagonisti, tanto che i partecipanti hanno apprezzato come alla fine non vi fosse in alcun modo una “gerarchia” di compiti, ma un’armonica cooperazione e condivisione di responsabilità.
What – Cosa
Questa prima fase del progetto aveva come focus la realizzazione di un notiziario. Fondamentale è stato dunque riflettere su come porsi di fronte ad una storia e come offrirle al pubblico che la guarda.
Tuttavia, oltre ai workshop ed ai momenti in sala, per due giorni e mezzo a fare la parte del leone è stata la possibilità di fare una vera e propria esperienza di lavoro. Divisi in gruppi di 3, i partecipanti hanno filmato e montato una storia affidatagli, con durata di 3 – 5 minuti.
Ciascun gruppo ha dunque svolto tutto il percorso per la realizzazione del pezzo: dalla ricerca e pre-produzione, alle riprese e il montaggio. Questo esercizio oltre a dare occasione di mettere in pratica quanto appena imparato, è stato un momento per vivere gomito a gomito e produrre qualcosa di valido insieme. Alcuni hanno lavorato fino a notte fonda, pur di essere fedeli alla scadenza di consegna.
Le storie raccolte sono molto varie: dalla Specola Vaticana ad una start-up di un giovane agricoltore; da uno “storico” cittadino di Castel Gandolfo, ad una famiglia che cerca di gestire l’uso del cellulare dei figli adolescenti, una scuola che insegna inglese ai bambini, punti di vista e testimonianze dei flussi migratori.
Lo stesso ufficio stampa del Comune ha seguito lo svolgersi di Breaking Rays e ne ha dato notizia nei propri canali di comunicazione.
In seguito, la visione degli elaborati in una sessione plenaria ha permesso a ciascun gruppo di raccontare difficoltà e successi della produzione. Generalmente in questo campo una critica al proprio lavoro viene fatta e percepita spesso anche come una critica personale. Al contrario, grazie alla guida dei coordinatori ed al bel clima già instaurato, in questa occasione, la valutazione degli altri, anche quando critica, è sempre riuscita a risultare costruttiva, priva di ogni giudizio sulla persona ed è stata offerta e ricevuta come scambio utile, persono cercata come opportunità di crescita e aiuto reciproco.
Where – Dove
La scelta di svolgere il laboratorio in una villetta affacciata sull’incantevole Lago di Castelgandolfo si è rivelata vincente. Com’è stato fatto osservare alla fine, il paesaggio trasmetteva pace e serenità e … favoriva la creatività.
Anche la scelta di vivere insieme 24 ore al giorno ha fatto sì che tutto – dai corsi, al pranzo, dal relax al workshop – fosse formazione, tempo e spazio per rapporti di fiducia e stima reciproca.