Network e dialogo per la realizzazione di uno spirito di unità e pace nel bacino Mediterraneo
Secondo incontro di job shadowing del progetto MediterraNEW
Si è svolto dal 30 maggio al 2 giugno a Castel Gandolfo (RM) il secondo dei tre incontri di job shadowing, previsti nell’ambito del progetto Erasmus + “M.E.D.I.T.erraNEW con la partecipazione di educatori partner del progetto provenienti da Francia, Spagna, Italia, Croazia, Egitto e Libano.
Il progetto è volto a realizzare uno scambio pedagogico tra associazioni di paesi del bacino del Mediterraneo che lavorano con i ragazzi dai 13 e i 17 anni, con focus sui minori con back ground migratorio, al fine di rinnovare e potenziare i programmi educativi in maniera multidisciplinare e integrata e di implementarli a favore dei giovani che sono in contatto con le loro organizzazioni.
Durante il meeting, le sessioni di lavoro di presentazione e di scambio delle metodologie si sono aperte con l’ambito dell’integrazione dei minori con background migratorio e la presentazione da parte di Azione Famiglie Nuove del progetto “Fare Sistema Oltre l’Accoglienza” (FSOA), programma di inclusione sociale e lavorativa. Significative le testimonianze di Steve e Mamhou, rispettivamente educatore della struttura di Casa Ismaele, in Calabria, e giovane in passato accolto nella struttura, che hanno sottolineato aspetti fondamentali quali l’importanza dell’accoglienza, dell’accettazione delle differenze, la costruzione di reti di sostegno sul territorio e soprattutto un approccio di intervento personalizzato a favore di ogni minore straniero preso in cura con il quale viene portato avanti un patto educativo individualizzato, strumento apprezzato da tutti gli educatori presenti. Dalle narrazioni è emerso come la conoscenza dell’altro diviene superamento dei pregiudizi e degli stereotipi e base per l’attuazione di una effettiva inclusione. Inoltre è venuto in rilievo l’efficacia della metodologia peer to peer portata avanti dai giovani stranieri già integrati rispetto ai loro coetanei.
Sono stati poi presentati i programmi educativi di educazione alla pace e cittadinanza attiva con i progetto internazionale “Living Peace” e la metodologia “Sei passi per un obiettivo” (6X1) che si ispira al Service Learning , promossi nelle scuole e in altri contesti educativi informali giovanili in molti paesi del mondo. Gli strumenti pedagogici proposti hanno suscitato un lavoro condiviso e l’impegno ad applicare questi metodi nei diversi contesti con la partecipazione attiva dei giovani, la creazione di rapporti di scambio, di dialogo e di superamento dei conflitti.
Le testimonianze di alcuni giovani ambasciatori di pace hanno rappresentato un momento di grande coinvolgimento, dimostrando come la pace nasce da ognuno e parte da piccole azioni quotidiane che ogni giovane può compiere con ricadute amplificate nel contesto in cui si vive.
Le giornate successive sono state dedicate all’aspetto del dialogo interculturale e interreligioso, attraverso la condivisione di metodologie e buone prassi che partono dalla valorizzazione del dialogo, dal rispetto dell’altrui credo e della costruzione di relazioni basate sulla Regola d’oro presente nelle principali fedi che si declina in “Fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te”. Facilitati dal contesto che prevedeva la partecipazione di oltre 400 persone – ebrei, musulmani, sikh, indù baha’i, rappresentanti delle religioni tradizionali africane – al simposio internazionale “One Human family”, è venuto in evidenza il ruolo che le religioni possono avere nel tessere legami di fraternità anche in questo momento così delicato. Le testimonianze che le persone hanno dato nei diversi contesti di conflitto hanno dimostrato che è il confronto con l’altro a trasformare tanti polarismi in relazioni umane solidali.
Con gli educatori si sono toccate tematiche attuali quali l’impatto delle nuove tecnologie e dell’intelligenza artificiale nel dialogo con le nuove generazioni, la sostenibilità economica ed ambientale. Lo scambio in atto tra gli approcci metodologici e tra gli educatori provenienti da contesti socio-culturali diversi ha rafforzato le competenze interculturali necessarie all’intreccio tra popoli e culture presenti nel Mediterraneo e ha posto le basi per la realizzazione di un’azione educativa più efficace sui giovani, basata su un approccio più rispondente ai loro bisogni e necessità.
La collaborazione, la creazione di network, la crescita delle organizzazioni coinvolte e la valorizzazione del dialogo interculturale e interreligioso sono emersi come elementi chiave per la realizzazione di uno spirito di fraternità e pace nel bacino del mediterraneo.
Scopri il progetto: https://www.new-humanity.org/project/mediterranew/
Capofila: Centro Internazionale Studenti Giorgio La Pira – Fondazione.
Partner di progetto: New Humanity; Fondazione Igino Giordani; Humanité Nouvelle; United World for social services; Cooperativa Gen Rosso; Azione Famiglie Nuove; Udruga Za EKonomiju Zajednistva; Fonds Focolari Actions Solidarité.